domenica 3 aprile 2016

WHATEVER WORKS, MANUELA KERER, ARTURO FUENTES – TEATRO COMUNALE DI BOLZANO PER OPERA 20.21, VENERDI’ 1 APRILE 2016; PRIMA ITALIANA

Libretto Dimitré Dinev
Da un‘idea di Michael Scheidl

Si avvia alla conclusione anche il programma operistico della stagione firmata Fondazione Haydn di Bolzano e Trento che prosegue con il progetto Opera 20.21. Per questo appuntamento la scelta coraggiosa è caduta sul lavoro di due compositori per la prima volta presentato in Italia, ossia Whatever works di Kerer/Fuentes. Coraggiosa poiché una prima comporta sempre un minimo di rischio su come possa essere accolta dal pubblico che comunque già ha potuto sentirne parlare dopo la prima assoluta avvenuta a Vienna lo scorso novembre.

Si tratta dell’avvicendamento di quattordici scene composte musicalmente in alternanza dai due autori su libretto di Dimitré Dinev. Neanche a dirlo oggi c’è poco spazio per le favole ed i sogni, dunque vengono trattati temi legati all’attualità, alla politica, alla cronaca, con riferimenti al terrorismo internazionale, alla pirateria, al finto impegno umanitario da parte delle autorità governative, al voler ben apparire per raccogliere voti con il favore dell’elettorato. Tutti argomenti nell’occhio del ciclone attualmente (neanche troppo originali) che i protagonisti vivono in una specie di azioni/flash che dovrebbero lasciare col fiato in sospeso e far riflettere. In realtà si riflette piuttosto per le perplessità che lasciano le diverse soluzioni adottate anche in scena. Innanzitutto la musica dei compositori è anch’essa non troppo originale. Sembra che al giorno d’oggi si debba necessariamente associare la presenza di suono a lunghi vuoti musicali in cui sia più il recitato che il canto a farla da padrone. Inoltre notiamo l’uso di strumenti particolari per produrre suoni/rumori diversi dal solito (interessante se non altro la piastra metallica fatta ondeggiare in aria tra le percussioni). Sono presenti chitarre, un liuto, un flauto dolce molto particolare dalla forma rettangolare, un violino, un violoncello, un trombone e naturalmente vari tipi di percussioni. Diversi sono i ritmi campionati con escursioni nel jazz o nella musica pop; notiamo infatti l’utilizzo della melodia di ‘We are the champions’ dei Queen e perfino una versione tendente al jazz del tema dell ‘Habanera’ dalla Carmen di Bizet, naturalmente rivisitate per adattarle al libretto tedesco. Non potremmo parlare di leitmotiv oppure di melodia principale, poiché abbiamo ascoltato una serie di ritmi, suoni antitetici o dissonanti tra loro.

Difficilissimo il compito delle voci che, quando non impegnate nella recitazione, devono compiere salti di ottava rasentanti l’urlo e spesso in contrasto con l’accompagnamento.  Le scene di Nora Scheidl tendono al cartone animato, si pensi ai tre autisti agganciati alla sagoma del loro veicolo che entrano ed escono farneticando frasi piuttosto ridicole nel raccontare le loro vicende personali.

Venendo ai personaggi in modo specifico: protagoniste sono due donne importanti: Emma, l’ottima Shira Karmon, che in vano si affanna per convincere il Ministro degli affari esteri a mandare dei beni necessari al primo soccorso di un popolo in travaglio a causa di un devastante terremotoUmma, Sarah Maria Sun, dotata di ottima verve recitativa e personalità in scena, è impegnata nel ruolo del Ministro che si rivela poco incline alla beneficenza e che trova soluzioni sempre più ridicole per ridurre al minimo lo sforzo umanitario.  Intorno ad esse ruotano i poveri autisti delle auto blu di stato, unici mezzi che alla fine il Ministro mette a disposizione per inviare gli aiuti; si alternano alla guida Belinda Loukota, Stefan Bleiberschnig, Martin Busen, dall’atteggiamento davvero macchiettistico e talvolta poco appropriato a causa di un libretto non sempre felice; Vasily Koroshev è un poco probabile capitano dei pirati che assalta le auto durante il loro viaggio umanitario, Bibiana Nwobilo interpreta il simbolo di tante donne che si tolgono la vita in segno di protesta contro i potenti dei paesi ricchi, ed infine compare un funzionario di Stato interpretato da John Sweeney.

Un plauso al Maestro Simeon Pieronkoff che è riuscito a far quadrare uno spettacolo assai complicato, dirigendo i solisti della Haydn senza praticamente poter guardare gli interpreti posti quasi sempre di lato o di spalle nell’esecuzione musicale. Il coro nelle vesti sia delle vittime che dei pirati è costituito dall' Ensemble Arcantus.

Buon successo di pubblico con applausi calorosi per tutti i responsabili dello spettacolo e gli interpreti. Un doveroso riconoscimento va all’orchestra Haydn che si mette costantemente in gioco accettando nuove sfide e ponendosi nuovi traguardi.

Maria Teresa Giovagnoli

LA PRODUZIONE

Direzione musicale    Simeon Pieronkoff
Regia                          Michael Scheidl
Allestimento              Nora Scheidl
Luci                            Norbert Joachim

GLI INTERPRETI 

Umma (Ministro degli affari esteri) Sarah Maria Sun
Emma (Alto Commissario dell’ONU per la riduzione del rischio) Shira Karmon
Autista 1                    Belinda Loukota
Autista 2                    Stefan Bleiberschnig
Autista 3                    Martin Busen
Capitano dei pirati   Vasily Koroshev
Dissidente (una donna che vuole darsi fuoco) Bibiana Nwobilo
Funzionario               John Sweeney

Solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Coproduzione Wien Modern, Fondazione Haydn 
Stiftung







Foto Fondazione Haydn Stiftung