lunedì 22 febbraio 2016

LUCIA DI LAMMERMOOR, G. DONIZETTI – TEATRO COMUNALE PAVAROTTI DI MODENA, DOMENICA 21 FEBBRAIO 2016

Con un bel successo di pubblico il Teatro Pavarotti di Modena saluta l’allestimento ormai storico della Lucia di Lammermoor che il compianto scenografo Svoboda aveva creato per la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, nella ricostruzione ivi operata già nel 2012 da Benito Leonori e con la regia di Henning Brockhaus coadiuvata da Valentina Escobar. Nel pieno rispetto delle atmosfere allucinate della vicenda, il regista vuole sottolineare l’aspetto onirico e trasognato dei luoghi e dei personaggi, che si muovono come in un progressivo stato di ipnosi, rapiti dagli eventi che li trascinano in successione. In tali atmosfere ritroviamo i celebri materiali avveniristici tuttora funzionali alle scene, esaltate dalle luci curate da Brockhaus che, insieme alle proiezioni video di cui Svoboda fu pioniere, danno l’illusione che tutto sia presente sul palco che è occupato in realtà da una semplice scalinata ove i personaggi si muovono, prima intravisti dal telo increspato che copre il palco, poi svelati dallo spostamento dello stesso immersi in luoghi quasi misteriosi.  I costumi di Patricia Toffolutti sono sì vistosi e di bella fattura, ma a nostro avviso non tutti adatti alla corporatura dei protagonisti.

Serata molto positiva per la giovane Gilda Fiume nel ruolo principale, che ha saputo far evolvere la sua Lucia da ingenua e nostalgica fanciulla innamorata in disperata e visionaria sposa omicida, rendendo anche la sua voce sempre più eterea fino a farla letteralmente fluttuare tra meravigliosi pianissimo, quasi appena udibili, ed acuti sicuri di corpo ed agilità.

Il suo innamorato Edgardo è un Alessandro Scotto di Luzio generoso nel donarsi al personaggio sia vocalmente che scenicamente grazie alla voce morbidamente acuta, pur se talvolta sembra tendere al portamento in attacco.

Autorevole e ben sostenuto da una voce piena e robusta l’Enrico di Fabian Veloz, come altrettanto corposo e scuro è il timbro di Luca Dall'Amico come Raimondo Bidebent, che conferma di essere un basso vero, abile e dalle ottime doti interpretative. 
Discreto il Normanno di Roberto Carli, mentre completano il cast con buoni risultati la Alisa di Elena Traversi ed il povero Arturo di Matteo Desole, tutto vestito di bianco con cappello e mantello in pompa magna, quasi a sottolineare quanto ridicolo è l'uomo che Lucia è costretta a sposare.

Direzione del Maestro Stefano Ranzani che conduce l’ Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna con dinamiche appropriate, pur senza particolari accentature o grande varietà di suono. Corretto il coro del Teatro Comunale preparato da Stefano Colò.

Pubblico attento e concentrato, in delirio per la protagonista e molto soddisfatto per tutti gli interpreti ed il direttore.


Maria Teresa Giovagnoli

LA PRODUZIONE

Direttore                    Stefano Ranzani
Regia                          Henning Brockhaus
Ripresa da                 Valentina Escobar
Scene                          Benito Leonori
da bozzetti di             Josef Svoboda
Costumi                     Patricia Toffolutti
Luci                            Henning Brockhaus
Coreografie               Valentina Escobar

GLI INTERPRETI

Lord Enrico Ashton  Fabian Veloz
Lucia                          Gilda Fiume 
Sir Edgardo              Alessandro Scotto di Luzio
di Ravenswood 
Lord Arturo Bucklaw Matteo Desole
Raimondo Bidebent    Luca Dall'Amico
Alisa                             Elena Traversi
Normanno                    Roberto Carli

Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna
Coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena     
Maestro del coro Stefano Colò

Coproduzione
Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza
Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Regio di Parma
Teatro dell'Opera Giocosa di Savona

Allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi




                                           Foto Binci - Jesi