mercoledì 13 gennaio 2016

LE NOZZE DI FIGARO, W.A. MOZART - TEATRO REGIO DI PARMA, 12 gennaio 2016

Dove sono i bei momenti di dolcezza e di piacer,
 dove andaro i giuramenti di quel labbro menzogner?

Apertura in gran spolvero al Teatro Regio di Parma per la stagione d'opera 2016 con una produzione di Nozze di Figaro ed un cast notevole.

L'allestimento firmato da Mario Martone per il Teatro San Carlo di Napoli nel 2006, ha girato ormai mezza Italia per approdare sulle tavole del teatro parmigiano ripreso da Raffaele di Florio, sostanzialmente invariato.
La scena fissa che ci propone Sergio Tramonti per tutti i quattro atti, fa da scatola magica agli intrecci della Folle Giornata ma limita un poco la fantasia drammaturgica, tutta concentrata al proscenio e mai particolarmente brillante, a discapito di una briosità scenica, vitale nel lavoro mozartiano.


Mario Martone ha imparato la lezione di Strehler e si vede benissimo, forse anche troppo. Alcune scene rimandano senza ombra di dubbio al mitico allestimento del 1973 e sono qui riproposte senza indugio alcuno, ma nonostante ciò il lavoro che Martone fa sui cantanti, sui coristi e sui nove mimi è notevole per precisione e accuratezza, mancano solo quella ventata di originalità e di brio che fanno pendere pericolosamente le quattro ore secche di spettacolo spesso verso la noia e lo sbadiglio. Ed è un peccato perché il lavoro di Mozart e Da Ponte è un orologio svizzero precisissimo in ogni istante, ma il saper trasportare tanta precisione in scena spesso risulta pedissequo.

La bacchetta di Matteo Beltrami, a capo della Orchestra Filarmonica Italiana, ci mette del suo. Nonostante il notevolissimo lavoro di scavo e interpretazione sulla partitura, Beltrami spinge un po' troppo sul pedale del freno, imbrigliando il volo di una partitura elettrica e vorticosa come questa, in una gabbia claustrofobica. L'orchestra comunque risponde disciplinatamente al gesto del direttore che ha il merito di aver saputo risaltare tutte le dinamiche in partitura, come il curatissimo basso continuo nei recitativi dove al suono del cembalo si accompagnava spesso quello del fagotto al posto del violoncello.

Notevole la compagnia di canto scelta per questo allestimento, pur con qualche distinguo.

Simon Orfila è vocalmente un basso e come tale non può proporre un Figaro chiaro e particolarmente sensibile alle dinamiche di conversazione. La voce rimanda perennemente a ruoli da padre nobile a discapito di quella freschezza e immediatezza di parola che il ruolo richiede, ma convince per interpretazione e accuratezza di vocalità.

Roberto De Candia, debuttante nel ruolo, è un Conte molto soddisfacente con una linea di canto ideale sia nel canto di conversazione come nei suoi momenti più impegnativi. Pecca forse un poco nella mancanza di autorità vocale e lo si è sentito soprattutto nella grande aria del terzo atto “Vedrò mentr'io sospiro” ma la sua rimane comunque una prova maiuscola.

Eva Mei è una Contessa sontuosa e ieratica, forse troppo sospirosa e concentrata ma  sa risolvere l'interpretazione del suo personaggio con una maestria ed una classe incalcolabili. La Mei riesce a nascondere le leggerissime defaillance vocali di una voce non più freschissima, con una tecnica superba ed una presenza scenica che da sole valgono il biglietto,

Laura Polverelli è un Cherubino atletico e ardente ma solo fisicamente. La voce appare sfibrata e spesso con problemi di intonazione,  in affanno di fiato e di tenuta. Ed è un peccato poiché l'artista è presente con l'esperienza e le altissime capacità già dimostrate in passato.

Sugli allori la Susanna di Laura Giordano. Voce freschissima, duttile e concentrata nel trovare la giusta interpretazione in un ruolo che la vede praticamente quasi sempre in scena. E' lei il vero motore di ques'opera, lei che riesce a farci divertire con una presenza scenica da consumata attrice ed una vocalità ideale per questo ruolo. La sua aria al quarto atto “Deh vieni non tardar” , strappa l'ovazione di un pubblico fino ad allora particolarmente gelido.

Molto bene anche Marigona Qerkezi nel ruolo di Marcellina, canta la sua aria al quarto atto (forse la più difficile tecnicamente di tutta l'opera) con precisione e perfetta padronanza delle agilità richieste. Unica nota stonata è il suo trucco che la fa assomigliare più alla sorella di Figaro che alla sua ritrovata madre.

Un poco sottotono il don Bartolo di Francesco Milanese, privo di quella autorità e ieraticità tipica del suo personaggio.

Piacevolissima sorpresa il perfetto Don Basilio di Matteo Macchioni, dopo averlo lasciato al programma Amici a duettare tra lirica pop e canzonette lo ritroviamo finalmente nel mondo a lui più congeniale dell'opera e in un ruolo vocalmente a lui perfetto. La sua aria al quarto atto “in quegli anni in cui val poco” è risolta con padronanza tecnica e maturità vocale notevole. Speriamo di risentirlo presto in ruoli simili.

Pure il Don Curzio di Ugo Tarquini ci ha convinto per capacità tecniche notevoli di canto e presenza, come pure la Barbarina di Giulia Bolcato dalla linea di canto pulita ed eterea e l'Antonio di Carlo Checchi.
Sicura e precisa la prova del coro del Teatro Regio di Parma diretto da Martino Faggiani.

Applausi convinti per tutti con autentiche ovazioni per Laura Giordano e Simon Orfila da parte di un pubblico non particolarmente caloroso.

Pierluigi Guadagni

LA PRODUZIONE
 
Maestro concertatore                                              Matteo Beltrami
 e direttore
Regia                                                                         Mario Martone
ripresa da                                                                 Raffaele Di Florio
Scene                                                                         Sergio Tramonti
Costumi                                                                    Ursula Patzak
Luci                                                                           Pasquale Mari
Coreografie                                                              Anna Redi
Maestro Del Coro                                                    Martino Faggiani

GLI INTERPRETI
Il Conte di Almaviva, grande di Spagna
Roberto De Candia
La Contessa di Almaviva
Eva Mei
Susanna, cameriera della Contessa,
promessa sposa di Figaro
Laura Giordano
Figaro, cameriere del Conte
Simon Orfila   
Cherubino, paggio del Conte
Laura Polverelli
Marcellina, governante
Marigona Qerkezi
Don Bartolo, medico di Siviglia
Francesco Milanese
Don Basilio, maestro di musica
Matteo Macchioni
Don Curzio, giudice
Ugo Tarquini
Barbarina, figlia di Antonio
Giulia Bolcato
Antonio, giardiniere del Conte e zio di Susanna
Carlo Checchi



ORCHESTRA FILARMONICA ITALIANA
CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Allestimento del Teatro di San Carlo di Napoli
In coproduzione con
Fondazione I Teatri di Reggio Emilia





Foto Roberto Ricci