domenica 24 gennaio 2016

ATTILA, G. VERDI – TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA, DOMENICA 23 GENNAIO 2016

L'Attila di Giuseppe Verdi inaugura la stagione d’opera al Teatro Comunale di Bologna, con una produzione che vede Daniele Abbado impegnato come regista ed un allestimento dalle molteplici interpretazioni per la sua atmosfera piuttosto cupa e fumosa. L’epoca in cui ci troviamo infatti è abbastanza generica, data una certa atemporalità insita nell’ambientazione curata da Gianni Carluccio,  che tra il grigio ed il blu rimanda quasi ad un luogo fatiscente o devastato, ove talvolta sono collocate anche sagome di uomini in ginocchio a simbolo dei prigionieri sottomessi. Alcuni tendaggi richiamano alle fattezze di un veliero con delle corde pendenti che sanciscono al termine la cattura e seguente uccisione dell’invasore unno. Non ci sono particolari colpi di teatro e gli interpreti interagiscono tra di loro circondati da pochi elementi che il regista ha voluto come chiusi in una grande scatola astratta. Tutto sommato, pur nella sua semplicità, risulta abbastanza in linea con l’idea di oscurità e mistero che circonda la figura del quasi leggendario Attila. I pur pregevoli costumi dello stesso Carluccio e di Daniela Cernigliaro sono altrettanto estranei da precisa collocazione, in un misto tra verginali vesti bianche con velo, divise militari da secolo scorso e  tuniche decisamente più in linea col contorno.  

Nessun dubbio invece sulla qualità del fronte musicale.

Ildebrando D'Arcangelo ha non solo presenza scenica per un Attila imponente e volitivo, ma è abile anche nel mostrare il lato umano del condottiero, tormentato tra gli incubi e gli eventi a lui contrari, ed il desiderio di proseguire nella conquista della città eterna con la certezza della sua forza. Così l’interprete adopera la sua voce calda e robusta per assecondare certo il dominio di sé, ma anche la sofferenza e lo stupore nella sconfitta.

La sua controparte al femminile è una  Maria Josè Siri dal piglio guerriero la cui voce si conforma al personaggio, divenendo quasi cattiva nella sua pienezza:  Odabella sfodera un bel fraseggio, sicurezza negli acuti ed un’emissione vocale da vera combattente.

Sontuoso l’Ezio di Simone Piazzola: la cura del dettaglio ed il canto sulla parola, il suono ricco e pastoso della voce da baritono vero, la musicalità e l’ espressività sono ormai certezza per un giovane che possiamo annoverare tra i migliori baritoni della sua generazione.
Ricco di sfumature è anche il timbro di Fabio Sartori  interprete di un imponente Foresto: il tenore possiede passione, forza e generosità tanto nella voce quanto nel suo agire in scena.

 Antonio Di Matteo ricopre il ruolo di papa Leone con fermezza ed autorevolezza anche vocale, così come molto buono è l’Uldino di Gianluca Floris.
Gli interventi complessivamente molto buoni del coro sono curati da Andrea Faidutti.

Ancora una volta siamo testimoni di una prova maiuscola del Maestro Michele Mariotti alla testa dell’ottima orchestra del teatro bolognese. E’ pressoché infinita la quantità di sfumature da cui è composto il suono che si esprime in mille colori. Le dinamiche perfette assecondano la scena in un divenire sempre dinamico e la cura di ogni minuscolo particolare rende la partitura viva e vibrante. Il Maestro fa parte della schiera di quei pochi direttori che cantano e respirano insieme agli interpreti, accompagnandoli passo passo lungo il cammino.

Applausi trionfali per tutti i protagonisti seguiti da autentiche ovazioni e grandi manifestazioni di gioia. Qualche minuscola ed isolata contestazione alla regia.

Maria Teresa Giovagnoli  

LA PRODUZIONE

Direttore
Michele Mariotti
Regia
Daniele Abbado
Scene e luci
Gianni Carluccio
Costumi
Gianni Carluccio
Daniela Cernigliaro
Movimenti scenici
Simona Bucci
Regista collaboratore
Boris Stetka
Maestro del Coro
Andrea Faidutti


GLI  INTERPRETI
Attila

Ildebrando D'Arcangelo

Ezio

Simone Piazzola

Odabella

Maria Josè Siri 

Foresto

Fabio Sartori

Uldino

Gianluca Floris
Leone
Antonio Di Matteo
Nuova produzione del TCBO con Teatro Massimo di Palermo e Teatro La Fenice di Venezia
Orchestra, Coro e Tecnici del TCBO











Foto Rocco Casaluci