giovedì 19 novembre 2015

ELEKTRA, RICHARD STRAUSS – TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA, MARTEDI’ 17 NOVEMBRE 2015


La scelta se vogliamo un po’ rischiosa del Comunale di Bologna di portare in scena un’opera non esattamente popolare come la Elektra di Richard Strauss risulta decisamente premiata dallo spettacolo straordinario cui abbiamo assistito, grazie alla produzione in collaborazione col teatro de La Monnaie / De Munt di Bruxelles ed il Gran Teatro de Liceu di Barcellona.
La tragedia della principessa Elektra, rielaborata dal colto poeta Hofmannsthal, che si avvicinò ad inizio secolo scorso anche agli studi sull’isteria umana, spesso è definita come la versione femminile dell’Amleto Shakespeariano e trova nella musica di Strauss una incredibile suggestione nata da chi evidentemente non solo è in stretta sintonia col librettista, ma subisce il fascino dei suoi contenuti e ne resta talmente coinvolto da coglierne l’essenza di cui intingere la partitura fino al midollo. E’ questa un’opera di grandi duetti musicali: quello tra Elektra e sua sorella, carico di tensione drammatica ma anche affettiva, tra la stessa principessa e sua madre: un incontro scontro tra due potenze che si odiano pur se unite dallo stesso sangue; ed il meraviglioso duetto tra Oreste ed Elektra stessa, che raggiunge il culmine nella scena dell’agnizione, unico momento se vogliamo di vero lirismo.


Per il regista  Guy Joosten è importante spogliare di mero classicismo i contenuti dell’opera per riportarli sostanzialmente alla pura e semplice realtà, che potrebbe essere quella a noi contemporanea, in cui di massima centralità è chiaramente il personaggio di Elektra intorno a cui tutto ruota anche scenicamente. L’impianto visivo fisso, fatto salvo un piccolo spostamento in verticale nel finale, è una specie di scantinato/prigione concepito da Patrick Kinmonth, sottostante il palazzo reale, ove è rinchiusa la protagonista e gli interpreti principali sembrano come avvolti in un mondo irreale, mentre le ancelle e gli altri personaggi di contorno paiono essere i sani di mente preposti alla sorveglianza ed al controllo, come farebbero pensare anche i costumi di questi ultimi dal taglio contemporaneo e militaresco, in opposizione a quelli classici della famiglia di Elektra, cui è lasciata solo una chaise longue dorata a rimembrarle le sue antiche stanze. Le scene si susseguono senza tregua per gli interpreti che il regista coinvolge infatti in movimenti continui, scontri anche corporali, insomma li carica di una dinamicità che non lascia quasi tregua.

Complice la conduzione del Maestro Lothar Zagrosek, l’orchestra del Comunale ha mantenuto sempre molto alta la tensione musicale, non solo con ritmi serrati che assecondassero la dinamicità degli eventi, ma caricando anche di profondità ed ampiezza un suono altamente drammatico e comunque intriso di emozione.

Alta dunque la tensione per tutto lo spettacolo sì da impegnare profondamente dal punto di vista emotivo la compagnia di canto che ne esce a testa alta in generale per tutti gli interpreti. Di grande partecipazione emotiva è la Elektra di Elizabeth Blancke-Bigg, la cui voce non particolarmente squillante si presta a sottolineare il lato scuro della personalità del ruolo. Presenza scenica di indubbio carisma, il soprano è una principessa forte, non solo folle di voglie vendicative, ma a tratti anche vaga immagine della fanciulla che un tempo adornava i suoi capelli ed amava gli abiti eleganti.

Più eterea la voce della sorella impersonata da Sabina von Walther, anch’ella chiamata ad affrontare sia vocalmente che fisicamente non poche difficoltà in scena, risolte con una interpretazione tesa, accorata. Chiude la triade femminile principale una volitiva e dinamica Natascha Petrinsky, abile tanto in scena quanto vocalmente, causa e vittima delle sofferenze filiali e qui non vista solo come la solita vecchia megera.

Thomas Hall è un Oreste che oscilla tra l’amore per la sorella e la perplessità nel fronteggiare il suo stato mentale, forte e deciso a compiere la vendetta acclamata dalla principessa, il baritono offre una generosa e quanto mai sentita interpretazione vocale.  Egisto è un Jan Vacik forse meno coinvolgente rispetto ai suoi colleghi, ma già la sua parte è certamente meno significativa;  

Nella folta schiera dei comprimari segnaliamo le cinque ancelle di Constance Heller, Alena Sautier (anche confidente), Daniela Denschlag, Eleonora Contucci (anche ancella dello strascico), Eva Oltiványi , un buon precettore di Oreste, Luca Gallo, il giovane servo  Carlo Putelli e la sorvegliante, anch’ella dalla spiccata personalità, Paola Francesca Natale.

Il coro preparato da Andrea Faidutti gestisce al meglio i suoi interventi come sempre.

Nonostante la sala non fosse piena, il pubblico ha salutato con molte ovazioni la protagonista ed in generale tutti gli interpreti ed il direttore d’orchestra; un bel successo che come dicevamo premia gli sforzi di ampliare il cartellone con titoli più coraggiosi e a nostro avviso di grande impatto emotivo.

Maria Teresa Giovagnoli


LA PRODUZIONE

Direttore
Lothar Zagrosek
Regia
Guy Joosten
Scene e costumi
Patrick Kinmonth
Luci
Manfred Voss
Assistente alla regia
Wolfgang Gruber
Maestro del Coro
Andrea Faidutti

GLI  INTERPRETI

Elektra

Elizabeth Blancke-Biggs
Klytämnestra
Natascha Petrinsky
Chrysothemis

Sabina von Walther
Aegisth
Jan Vacik
Orest
Thomas Hall
Pfleger des Orest (Precettore di Oreste) / Ein alter Diener
Luca Gallo
Die Vertraute (La confidente) / Zweite Magd
Alena Sautier
Die Schleppträgerin (Ancella dello strascico) / Vierte Magd
Eleonora Contucci
Ein junger Diener (Giovane servo)
Carlo Putelli
Die Aufseherin (La sorvegliante)
Paola Francesca Natale
Erste Magd
Constance Heller
Dritte Magd
Daniela Denschlag
Fünfte Magd
Eva Oltiványi

  
Allestimento Teatro Comunale di Bologna
da Théâtre de La Monnaie / De Munt Bruxelles
e Gran Teatro de Liceu Barcelona

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna





Foto Rocco Casaluci