lunedì 2 novembre 2015

CONCERTO DI VERONA LIRICA CON L’ARENA DI VERONA BRASS QUINTET-TEATRO FILARMONICO DI VERONA, 1 NOVEMBRE 2015


Il secondo concerto che l’Associazione Verona Lirica ha tenuto al Filarmonico di Verona è stato omaggiato dalla presenza del Primo cittadino Flavio Tosi che, confermando la collaborazione tra l’Associazione e la Fondazione Arena, ha augurato a tutti un buon lavoro ed anche ringraziato per l’impegno che il direttivo e tutto lo staff, rappresentato dal Presidente Giuseppe Tuppini sul palco, ha da sempre mostrato nell’organizzare tanti bei pomeriggi musicali.  


Ospite graditissimo e grande ritorno l’Arena di Verona Brass Quintet, che con davvero gran spirito e compartecipazione offre ogni volta interessanti contaminazioni tra i vari generi musicali, inoltre dobbiamo dire che questi musicisti sono anche sempre più spigliati e pronti ad interagire col pubblico. Il tema presentato dal gruppo di ottoni, che ha aperto il concerto, è stato la musica stile ‘Dixieland’, ossia il genere jazzistico attivo negli Stati Uniti agli inizi del Ventesimo Secolo e che univa in sé i ritmi e le melodie delle bande militari, del gospel, del reggae e del blues. Primo brano scelto è stato un tema da cerimonia funebre che inneggia alla vita dei defunti piuttosto che piangerne la dipartita, per poi proseguire con una trascrizione dello swing ‘Harlem’ originariamente per clarino e jazz band, del musicista Henghel Gualdi, molto caro al gruppo di musicisti. Riproposto con lo stesso successo del 2012 il melange ‘When the saints…hallelujah’, una contaminazione molto ben riuscita del tema americano di resurrezione con la celebre ‘Halleluljah’ di Händel, per chiudere poi i loro interventi con un pezzo di uno dei massimi compositori di ragtime, Scott Joplin, un altro brano dedicato alla città di Harlem, seguito da ‘America’, ancora di Gualdi. Davvero un plauso a questi musicisti che, impegnati sempre con le produzioni areniane, sanno anche esplorare generi affini con freschezza, energia e professionalità.

Per la parte dedicata all’opera quattro interpreti amati dal pubblico veronese: il soprano Hui He, il mezzosoprano Sanja Anastasia, il tenore Andrea Carè, il baritono Federico Longhi, perfettamente accompagnati dal Maestro Patrizia Quarta al pianoforte.

Il soprano Hui He torna sempre volentieri a cantare per gli amici dell’associazione lirica veronese, donando sempre tanto di sé al pubblico in sala con la sua voce dal colore inconfondibile ed incredibilmente aggraziato. Tra le arie scelte non poteva mancarne una tratta dalla Madama Butterfly di Puccini, ove nel duetto d’amore del finale primo atto col tenore Carè ha offerto tutta la grazia che la contraddistingue sia nel canto che nella presenza scenica, laddove con Un ballo in maschera e Trovatore di Verdi è apparsa più ‘pacata’, pur nella liricità delle arie ‘Morrò, ma prima in grazia’, e ‘Tacea la notte placida’.

Sanja Anastasia marca molto nel carattere le donne che interpreta spingendo anche con la voce ricca di corpo, soprattutto nei centri che sono il suo forte. Per lei un’aria davvero frequente nei concerti lirici, la celebre ‘Oh mio Fernando’ di Leonora da la Favorita di Donizetti, seguita da un battagliero finale della Carmen di Bizet col tenore Carè, ed un’altra aria amatissima dai mezzosoprani: ‘Acerba voluttà’ dalla Adriana Lecouvreur di Cilea.

Altro interprete dalla carriera internazionale, Andrea Carè ha scelto oltre ai duetti, due pietre miliari del repertorio tenorile, ‘E lucean le stelle’ dalla pucciniana Tosca e ‘Quando le sere al placido’ dalla Luisa Miller di Verdi, generose interpretazioni che danno risalto alla sua voce dalla pasta omogenea con uno squillo in acuto importante. Chiude il poker d’interpreti un bravissimo Federico Longhi  con tre personaggi incredibilmente adatti alla sua personalità: dal verdiano Ford del Falstaff al furbo e manipolatore Schicchi di Puccini, per concludere con un emozionante e sentitissimo Valentine del Faust di Gounod.

Premiazione consueta per gli ospiti tra gli applausi soddisfatti di tutto il pubblico.


Maria Teresa Giovagnoli