domenica 9 agosto 2015

ROMÉO ET JULIETTE, C. GOUNOD – ARENA DI VERONA, SABATO 8 AGOSTO 2015

Anche per la stagione 2015 l’ultimo titolo in cartellone all’Arena di Verona è Roméo et Juliette di Gounod con l’allestimento creato da Francesco Micheli nel 2011. Al suo quinto anno consecutivo in scena dobbiamo dire che non risulta per nulla ripetitivo ed anzi conserva ancora il sapore gioviale della freschezza innovativa che colpì a suo tempo. Come sottolineato più volte vi è un’ottima fusione tra la classicità dell’eterno racconto shakespeariano ed il modo avveniristico di rappresentarlo, con un profluire di impalcature, scale mobili e strampalati mezzi luminescenti, opera di Edoardo Sanchi, e i coloratissimi costumi di Silvia Aymonino arricchiti da strutture simil - metalliche. Il tutto è sottolineato dalle altrettanto colorate luci di Paolo Mazzon, che marcano tanto le passioni dei protagonisti quanto le opposte fazioni delle loro famiglie. Il ritmo dell’azione è incalzante, non sussistono tempi morti e magnifica è l’elegia creata quando gli innamorati si dichiarano, con un gioco di sguardi, piccole rincorse e saliscendi tra le scene. Anche gli altri personaggi hanno una specifica collocazione che ne sottolinea le caratteristiche, si pensi al Frère Laurent posto nella sua multi sfaccettata chiesetta, al Duc de Vérone che sentenzia l’esilio dall’alto del suo gigantesco pulpito dorato, o a Capulet posto anch’egli in alto a rappresentare l’autorità sulla figlia. Infine completano la ricca offerta sul palcoscenico i balletti del corpo di ballo della Fondazione coreografati da Nikos Lagousakos. Insomma un allestimento felicissimo e a dir poco spumeggiante.

Ben si adatta al contesto giovane e romantico la Juliette di Irina Lungu, che unisce al candore del personaggio la giusta malizia nella conquista e la forza di una ragazza già delusa dalla pur giovane vita. Conferma di possedere una facilità nel canto elegiaco con buona uniformità di registro, toccando l’apice certo nei duetti col suo Roméo, ma soprattutto nella scena del veleno, vissuta intensamente tra il dubbio ed il coraggio.

Il fresco ed irruento Roméo è un Giorgio Berrugi che possiede sì un dolce e sinuoso timbro vocale che può adattarsi molto bene all’idea di un giovane e trepidante innamorato, ma avremmo preferito l’interprete più attivo sul piano attoriale.

Torna positivamente ad indossare i panni di Mercutio Michael Bachtadze la cui voce bruna e tornita si adatta bene al ruolo tutto cuore ed azione; molto espressiva e alquanto sbruffoncella Nino Surguladze nei panni en travesti di Stéphano. Bella voce anche quella di Leonardo Cortellazzi che interpreta un corretto Tybald. Gli impeccabili ed imperiosi ruoli di Frère Laurent e le Duc sono interpretati anche quest’anno rispettivamente da Giorgio Giuseppini, che conferma la sua propensione per ruoli di questo tipo e da Deyan Vatchkov, ancora severo e convincente; meno lo è stato il Capulet di Enrico Marrucci, soprattutto nel primo atto. Tra il petulante a ben donde ed il materno ben si disimpegna Alice Marini come Gertrude, mentre chiudono il cast Francesco Pittari come Benvolio, Nicolò Ceriani, il conte Pâris, ed il Gregorio di Marcello Rosiello.

Meravigliosa è la conduzione che il Maestro Daniel Oren offre dell’orchestra areniana. Sono infiniti i colori che animano la partitura tornata a piena vita sotto le mani esperte del Maestro; il suono è ricco e perfettamente bilanciato tra le sezioni, gli archi risuonano di una poesia che in taluni punti sfiora la commozione. Il ritmo degli eventi è sottolineato da dinamiche stringenti e i protagonisti sono esaltati da una guida dal piglio sicuro ma mai prevaricante. Così anche il coro di  Salvo Sgrò trova una espressività intensa nei suoi interventi vedendo premiato l’impegno e la partecipazione in scena, anche quando ‘ingabbiato’ nell’impalcatura cilindrica.

Il pubblico un po’indisciplinato ha premiato tutti i protagonisti con i consueti apprezzamenti vocali e applausi prolungati, soprattutto per Lungu,  Berrugi e l’amatissimo Maestro Oren.

Maria Teresa Giovagnoli


LA PRODUZIONE

Direttore d'Orchesta                        Daniel Oren
Regia                                                 Francesco Micheli
Scene                                                 Edoardo Sanchi
Costumi                                             Silvia Aymonino
Luci                                                   Paolo Mazzon
Coreografia                                      Nikos Lagousakos
Maestro del Coro                             Salvo Sgrò
Direttore del Corpo di ballo            Renato Zanella
Direttore allestimenti scenici           Giuseppe De Filippi Venezia


GLI INTERPRETI

Juliette                                               Irina Lungu
Stéphano                                           Nino Surguladze
Gertrude                                           Alice Marini
Roméo                                               Giorgio Berrugi
Tybalt                                                Leonardo Cortellazzi
Benvolio                                            Francesco Pittari
Mercutio                                           Michael Bachtadze
Pâris                                                  Nicolò Ceriani
Grégorio                                           Marcello Rosiello
Capulet                                             Enrico Marrucci
Frère Laurent                                  Giorgio Giuseppini
Le Duc De Vérone                            Deyan Vatchkov

 Orchestra, Coro, Corpo Di Ballo e Tecnici Dell'Arena Di Verona












                               Foto Ennevi per gentile concessione Fondazione Arena di Verona