lunedì 13 luglio 2015

ORFEO ED EURIDICE, C. W. GLUCK - TEATRO OLIMPICO DI VICENZA, sabato 11 luglio 2015

Orfeo e la sua amata sposa, il dolore per la perdita, l’intimismo dei propri sentimenti racchiusi in un cuore di disperazione continuamente alternata alla speranza di un ricongiungimento. Certo per intrattenere la corte viennese non poteva finire in tragedia la favola di Orfeo, ma grazie a Gluck essa conserva tutta la poesia, il pathos e la ricchezza racchiusa in una musica celestiale resa eterna dai versi di Ranieri de’Calzabigi. Così il Teatro Olimpico di Vicenza si rivela uno scrigno in cui Andrea Castello, al debutto registico in collaborazione col Maestro Francesco Erle, sceglie di utilizzare sostanzialmente ciò che la scena fissa offre, in accordo con una quasi tacita tradizione perpetuata nel teatro vicentino, permettendo quindi alle interpreti ad al coro di passare tra la galleria del pubblico ed anche accanto all’orchestra. Al centro della scena si pone il giaciglio di Euridice dalle fattezze lapidee i cui estremi vanno a comporre con un semplice gesto un cuore gigante. 

Allo stesso modo i costumi atemporali di Roberta Sattin vantano un immediato riconoscimento visivo nel nero luttuoso del coro alternato al pallore delle tuniche monacali, nel bianco innocente di Euridice, nelle vesti maschili dai richiami ellenici di Orfeo e naturalmente nel rosso di Amore, i cui grandi manicotti formano anch’essi l’effige di un cuore. Sono soprattutto le luci a comporre il mosaico di sensazioni ottiche in questo spettacolo raccolto e sostenuto da un’orchestra che evita ogni eccesso o spropositati languori: il suono degli strumenti risulta molto asciutto ed il Maestro Francesco Erle guida l’orchestra composta da sole parti reali, uno strumento per classe, sottolineando con forza il fraseggio delle interpreti ed avvolgendo lo spettacolo con un incalzare secco che richiama costantemente agli eventi, facendosi solenne ove occorre. Ottimamente si inserisce Alberto Maron che arricchisce di espressività i recitativi con i suoi interventi al clavicembalo.
Dispiace non aver potuto assistere alle danze delle Furie e neanche udirle, certo non inserite per motivi di spazio disponibile.

Qualche considerazione sulle tre protagoniste. La versione andata in scena è quella di Vienna del 1762 che prevede un Orfeo contralto. Innanzitutto va lodata la partecipazione sulla scena che le tre protagoniste hanno sicuramente mostrato a chiare lettere. 
Lo struggente Orfeo è stata  Francesca Biliotti che ha saputo trasmettere il trasporto amoroso anche grazie ad un buon fraseggio ed ad una presenza scenica forte, anche se il timbro non sembra esaltare perfettamente la zona più grave che le permetterebbe di rendere più omogenea la linea di canto.  
Mina Yang è una delicata Euridice, trasognata tra la realtà degli inferi ed il sogno di poter riabbracciare il suo amato che non può però degnarla di uno sguardo; minuta tanto nell’aspetto quanto nella voce sottile ed eterea.
Benedetta Corti ben si disimpegna nel ruolo risolutore di Amore: morbido il fraseggio, interessante è il colore della sua voce acuta ed armoniosa.
Molto compartecipe il coro della Schola San Rocco che ha cantato con vigore e passione.

Teatro Olimpico gremito con nostro grande piacere nonostante fosse un sabato sera ed un’opera non appartenente al grande repertorio. Applausi trionfali per tutti.

Maria Teresa Giovagnoli
        

LA PRODUZIONE

Maestro direttore
e concertatore                       Francesco Erle
Demi stage                             Francesco Erle, Andrea Castello
Consulente musicale             Sara Mingardo
Assistente musicale               Caterina Galiotto
Costumi                                 Roberta Sattin, 
            StilistArtista per Sartoria il Monello, Vicenza
Immagine                              Decor Center Immagineria

GLI INTERPRERTI

Orfeo                                      Francesca Biliotti
Euridice                                  Mina Yang
Amore                                    Benedetta Corti

Coro e orchestra Schola San Rocco
Una produzione Concetto Armonico




Foto Angelo Nicoletti - FIAF