lunedì 20 ottobre 2014

DON GIOVANNI, W.A. MOZART - TOKYO NATIONAL THEATRE, 16 OTTOBRE 2014

….Il padron con prepotenza l'innocenza mi rubò...

“Chi son io tu non saprai”.
Lo afferma Don Giovanni mentre, scoperto il il suo notturno tentativo di possedere Donna Anna, viene inseguito dalla donna e dal padre di lei.
Don Giovanni reca la significativa  definizione di “dramma giocoso”  non “opera buffa”, quindi e neppure “opera seria” , ma un oscillare continuo tra elemento scherzoso e demoniaco in cui il protagonista centrale, Don Giovanni appunto, guida l'azione dall'inizio alla fine con coerente fedeltà alla propria ricerca del piacere anche contro la morale.
Don Giovanni è presente anche quando non c'è e gli altri sette personaggi dell'opera ruotano costantemente attorno alla sua figura, tutta istinto e passione.
La sua figura passa sulla scena come un turbine, sospinta dalla vitalità inesauribile dell'eros che scorre, affermandosi attraverso il suo mimetismo, la capacità di dissimulazione, l'adattamento a qualsiasi situazione vissuta nel presente, senza ricordi e senza presagi.
Con queste significative premesse il debutto dell'opera mozartiana al Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo nell' allestimento di Grisha Asagaroff non poteva avere esito migliore.
Pur non discostandosi eccessivamente da un allestimento tradizionale, per quanto limitativo sia il termine, Asagaroff ci offre un Don Giovanni onirico, giocato tra le nebbie di Venezia e i boschi di betulla della Marca trevigiana di Da Ponte.
In questo contesto i personaggi sviluppano uno studiatissimo e sapiente teatro di regia ove anche il minimo dettaglio di una mano che rotea o di una spada che ferisce risultano talmente naturali e spontanei da emozionare istintivamente.
Coloratissimi e nel solco del settecento veneziano i costumi di Luigi Perego che è stato anche ideatore degli elementi scenici sapientemente esaltati dal lighting design di Martin Gebhard.

Nei panni di Don Giovanni abbiamo piacevolmente ritrovato Adrian Erod dopo il suo splendido Sixtus Beckmesser nei Meistersinger da noi ascoltati ad Amsterdam il giugno 2013. Voce duttilissima che sa piegarsi ai sottili giochi perversi della partitura Mozartiana con un mordente originalissimo mai sopra le righe, Erod tratteggia il suo Don Giovanni con voce molto chiara e ben proiettata, dal fraseggio perfetto sostenuto da una dizione encomiabile.

Suo degno compare il Leporello di Marco Vinco è un autentico fuoriclasse nel ruolo. Il cantante veronese, pur affaticato a volte da una partecipatissima ed intensa recitazione alla quale mai si è risparmiato, è stato esaltante per emissione sicura e controllata da un livello tecnico di alta levatura.
Della Donna Anna interpretata da Carmela Remigio si può dire tutto il bene possibile per una cantante ormai arrivata ad un livello di tale perfezione vocale pur alla sua giovane età con pochi paragoni nel teatro musicale odierno. Interprete di notevole presenza scenica, canta con una fluidità, un'eleganza e una rotondità di suono veramente splendidi uniti ad una dizione scolpita e ad un' accento che li valorizza superbamente.

Donna Elvira era Aga Mikolaj, dopo averla udita nel Ring scaligero come apprezzata interprete di Woglinde, debbo dire che lo sviluppo di questa giovane cantante polacca è notevole, la sua interpretazione tutta giocata sul perenne controllo dei fiati è alla ricerca continua di colori vocali non comuni. Molto applaudita la sua aria del secondo atto.

Ottimo Paolo Fanale nel ruolo di Don Ottavio. Il tenore palermitano conferma di volta in volta al nostro ascolto, una costante crescita artistica. La parte di Don Ottavio è una scrittura di notevole difficoltà che richiede un controllo perfetto della respirazione, pena il disastro assicurato. Fanale supera questo scoglio innanzitutto con un timbro bellissimo aiutato da una notevole abilità tecnica, da una tenuta vocale e da una forza di accento e incisività timbrica uniti a raffinatezza e capacità interpretativa.

Brillante, scanzonata senza strafare ma anche capace di risvolti malinconici la Zerlina di Washio Mai assieme al Masetto ingenuo e corretto di Machi Hidekazu.
Convincente la voce profondissima di Tsumaya Hidekazu come Commendatore.
Direzione tesa e stringente quella del veterano Ralf Weikert. Nelle sue mani la meticolosa e forse troppo precisa Tokyo Philarmonic Orchestra non si lascia andare alle idee musicali del suo direttore ospite, tutta tesa alla ricerca di una perfezione interpretativa quasi impossibile da raggiungere in Mozart.
Corretto e partecipe il New National Theatre Chorus diretto da Misawa Hirofumi.

Successo vivissimo per tutti con autentiche ovazioni da parte di un pubblico in delirio ed entusiasta come solo quello giapponese sa essere.


Pierluigi Guadagni

LA PRODUZIONE

Direttore                 Ralf Weikert
Regia         
             Grischa Asagaroff
Scene &
Costumei                    Luigi Perego
Luci               
         Martin Gebhardt

GLI INTERPRETI
Donna Anna             Carmela Remigio
Don Ottavio
             Paolo Fanale
Donna Elvira
            Aga Mikolaj
Masetto
                   Machi Hidekazu
Zerlina
                      Washio Mai

Coro          New National Theatre Chorus
Orchestra
 Tokyo Philharmonic Orchestra




Foto Tokyo National Theatre