lunedì 27 gennaio 2014

VERONA LIRICA PREMIA ELENA MOSUC CON UNO STRAORDINARIO CONCERTO AL TEATRO FILARMONICO – VERONA, domenica 26 gennaio 2014

Il primo concerto del 2014 si apre in bellezza per l’associazione Verona Lirica, con un teatro sempre più pieno di soci e con tanta voglia di ricominciare a far musica. L’occasione felice vede la premiazione del soprano Elena Mosuc per la sua importante carriera internazionale e per augurarle ancora tanti successi in futuro. Il suo ampio repertorio l’ha vista trionfare con Donizetti e Bellini, Mozart e naturalmente Verdi, ma anche Offenbach, Strauss, e l’elenco è ancora molto lungo; sempre con intense interpretazioni che hanno reso celebre il soprano in tutto il mondo. Quest’estate ha commosso con la sua Violetta al festival areniano del centenario e giustamente l’associazione veronese ha voluto premiarla anche per il suo contributo al successo delle recenti serate d’opera nella città veneta.  

Con lei sul palco il tenore Piero Giuliacci, pietra miliare tra i tenori del nostro paese, che canta ancora con l’entusiasmo e la generosità di un giovane rampante, il talentuoso baritono Aris Argiris, ed il mezzosoprano Isabel De Paoli.
Ad inframmezzare gli interventi solistici, la band Massimo Longhi Trumpet Ensemble.

Il soprano romeno ha offerto alcuni cavalli di battaglia del suo repertorio, a cominciare dalla temibile Lucrezia Borgia, la cui ‘Com’ è bello’ è stata eseguita con intensità ed allo stesso tempo gran carattere. Ancora Donizetti con un’altra donna incredibile: Anna Bolena: ‘Al dolce guidami’, per poi passare a Bellini con la celeberrima e temutissima aria di Norma: ‘Casta Diva’, e concludere in bellezza con Verdi, da Trovatore ‘ D’amor sull’ali rosee’. La tecnica della signora Mosuc è straordinaria: fraseggio morbido, uniformità nella linea di canto, il cui timbro si fa ancor più accattivante nella tessitura grave, ottimo controllo del fiato; il che va aggiunto ad una grande espressività interpretativa.

Come un fiume in piena il tenore Piero Giuliacci non ha risparmiato né fiato né voce per i suoi personaggi: Andrea Chénier di Giordano, con ‘Un dì all’azzurro spazio’, un potente duetto da Otello di Verdi con il baritono Argiris nelle vesti di Jago (‘Sì, pel ciel marmoreo giuro’), Dick Johnson da La fanciulla del West di Puccini: ‘Ch’ella mi creda..’, infine Canio, da Pagliacci di Leoncavallo: ‘Vesti la giubba’.  Ancora tanta energia, passione e voce possente per un artista capace sempre di emozionare e stupire.

Talento ed energia anche per il giovane Aris Argiris, che offre un bel colore caldo ed una estensione notevole per un baritono. Le interpretazioni sono accorate ed ha ottenuto un suo personale successo con le arie tratte ancora da Andrea Chénier nel ruolo di Gérard, poi da Otello, oltre al duetto di Jago insieme al tenore come detto, anche ‘Credo in un Dio crudel’; infine dal Don Carlo di Verdi ‘ O Carlo ascolta’.

Una bella voce possiede anche il mezzosoprano Isabel De Paoli, brunita e calda. Peccato per il piccolo ‘intoppo’ vocale verso il finale dell’aria di Madelon dall’Andrea Chénier, che l’ha costretta ad una breve pausa, per poi terminare tranquillamente. Apprezzata con le successive arie tratte dal Werther di Massenet, e soprattutto la bellissima ‘Voce di donna o d’angelo’ da La Gioconda di Ponchielli: bene vocalmente, anche se sicuramente migliorerà nella dizione.

Il brillante ensemble Massimo Longhi Trumpet di Rovigo ha offerto un particolare diversivo per il pomeriggio, con pezzi di vario genere, tra cui  temi da cartoons e film come I Flinstones o La stangata, un pezzo del figlio del grande Bach, C.P. Emanuel Bach, noto come ‘La marcia dell’arca’, ed anche un adattamento della marcia trionfale dell’Aida.

Al pianoforte la sempre impeccabile Patrizia Quarta e ad intrattenere il pubblico, con le sue approfondite e sempre ottimamente documentate introduzioni, Davide Da Como.

Pubblico visibilmente soddisfatto, prossimo concerto fine febbraio.
MTG


Foto Suzanne Schwiertz