sabato 21 settembre 2013

MARIA DE RUDENZ, GAETANO DONIZETTI, TEATRO DONIZETTI DI BERGAMO, venerdì 20 settembre 2013, ore 20,30

Revisione dell’autografo a cura di Alberto Sonzogni
Fondazione Donizetti, Bergamo

Serata decisamente particolare quella che ieri sera si è svolta nell’ambito del Bergamo Musica Festival, con un debutto operistico quanto mai atteso, nel teatro intitolato al compositore di casa. Per la prima volta infatti, in scena al Teatro Donizetti, Maria de Rudenz ha fatto il suo ingresso a teatro uscendo dall’oblio che per troppi anni ha avvolto la sua partitura. Soltanto il teatro La Fenice di Venezia in tempi relativamente recenti ne aveva proposto una edizione completamente allestita nel 1981, con Leo Nucci e Katia Ricciarelli come protagonisti, ed ora, grazie alla Fondazione Donizetti in collaborazione con Alberto Sonzogni, visto il recente ritrovamento dell’autografo, si ha la fortuna di ascoltare e vedere l’opera nella sua completezza. Un attento lavoro di studio ed analisi del 'reperto' conservato presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, in comparazione con la copia manoscritta custodita al Conservatorio Pietro a Majella di Napoli, ha sancito la rinascita in teatro di questo capolavoro, che già a suo tempo, nel 1838 (anno della prima rappresentazione), aveva suscitato non poche perplessità per la crudezza dei suoi contenuti, tristemente attuali ancor oggi.

Il compositore si ispirò infatti al dramma ‘La nonne sanglante’ di A. de BourgeoisJ Mallian del 1835, di chiara matrice dark stile Walpole, autore del celebre romanzo gotico ‘The Castle of Otranto’. La protagonista Maria uccide crudelmente la cugina Matilde, promessa sposa al suo amato Corrado. Questi, in realtà figlio di un assassino, uccide in duello colui che credeva essere suo fratello. Maria a sua volta viene colpita e muore dissanguata per mano del suo adorato amante. Una serie di omicidi era materia troppo forte per essere apprezzata dai borghesi di inizio ottocento, e pare che persino il librettista Cammarano non fosse pienamente d’accordo nel comporre versi per un soggetto tanto violento.

Oscurità e mistero sono gli ingredienti che il regista Francesco Bellotto, grazie alle scene di Angelo Sala e soprattutto agli effetti di luce di Claudio Schmid, mette visibilmente in scena, come in un vero e proprio film noir. Protagonisti sono i tormenti dei personaggi e soprattutto le loro contraddizioni interiori: amare i propri cari, ma a tal punto da divenire terribili assassini, per riconquistare ciò che essi credono spetti loro di diritto. Il regista vuole che sulla scena ci siano queste introspezioni, non soltanto la storia in sé, dipanata man mano dagli atti in essere. Al pubblico deve restare la sensazione di aver compiuto un viaggio nelle menti degli ‘attori’stessi, quasi come in un incubo oscuro, domandandosi costantemente se il tutto sia realtà o finzione. Questo viaggio prende così le mosse dalla mente di quel Corrado che resta unico sopravvissuto alle stragi narrate, e dalla sua stanza che ricorda di fatto quella di un manicomio, aggirandosi sul palco con lo sguardo perso, e sfogliando le pagine del suo dramma, riportandolo in atto.

Sul palcoscenico è visibile una scalinata che sale e scende senza una precisa logica,che viene arricchita dalle proiezioni sullo sfondo che delineano gli ambienti salienti della storia, sempre con tinte fosche e luci in chiaro-scuro. In sintesi, la visione d’insieme che Bellotto vuole ottenere è un angoscioso percorso psicologico che inizia e finisce nella testa di Corrado, l'artefice di tutto.

Un piccolo incidente di percorso ha gioco – forza condizionato l’interpretazione di parte del cast.
Costretto su di una sedia a rotelle per un malore pervenuto nei giorni precedenti la rappresentazione, il tenore Ivan Magrì, nei panni di Enrico, ha cantato quasi immobile e visibilmente sofferente tutta l’opera. Nonostante ciò, ha comunque dato prova di grande forza di volontà, esprimendo come meglio ha potuto ciò che la sua voce armoniosa può offrire, soprattutto nell’ultima parte, vissuta con sentimento. La scena del duello è stata mimata dall’assistente di regia Luigi Barilone, per dare comunque al pubblico l’idea dell’azione.

Grande prova per Maria Billeri, interprete di una straordinaria Maria de Rudenz. Il soprano è riuscito a dar vita al suo personaggio con il vigore di una leonessa in attacco. Lo sguardo deciso, l’incedere sicuro e temibile, la sua voce ampia e potente, che sa farsi anche dolce e gentile quando serve, sono gli ingredienti della sua prova applauditissima.

Il suo amato/odiato Corrado Waldorf è stato Dario Solari. Nonostante qualche incertezza ad inizio del primo atto, grazie alla sua voce tornita e calda, ha saputo entrare nel ruolo del terribile assassino con il giusto slancio, esaltandolo anche col voluto atteggiamento di colui che agisce quasi inconsapevole del suo operato.

Gilda Fiume è la dolce Matilde di Wolf. In opposizione al ruolo di Maria, la sua interpretazione è aggraziata e composta; è l’unica che non nuoce a nessuno, vittima della ferocia altrui. Molto espressiva, è dotata di una voce pastosa e morbida, soprattutto nella gamma più acuta.

Bene anche il Rambaldo di Gabriele Sagona, il cui timbro di voce è profondo e rotondo. Il basso è sinceramente calato nel suo ruolo di parente preoccupato da tanti tumulti.
Corretto e discreto anche Francesco Cortinovis come cancelliere.
Ottima la prova del coro del Bergamo Musica Festival di Fabio Tartari, omogeneo nelle voci e preciso negli attacchi.

Infine l’Orchestra del Bergamo Musica Festival è guidata ancora una volta dal giovane Sebastiano Rolli. Il Maestro sembra dirigere una compagine di amici, tanto è il suo feeling con i musicisti. Molto attento anche al palco, ha una visione a trecentosessanta gradi della conduzione, non prepotente, ma come giusto contesto in cui le voci si esprimono, gestendo la partitura con energia ed entusiasmo, cosa molto gradita dal pubblico.

Una autentica ovazione e consensi per tutti gli artisti ha salutato questa prima, con pubblico letteralmente urlante di gioia, che ha applaudito per diversi minuti questa bellissima opera finalmente tornata in cartellone in Italia.
MTG

LA PRODUZIONE

Maestro concertatore           Sebastiano Rolli
e Direttore d’Orchestra
Regia                                     Francesco Bellotto
Scene e costumi                     Angelo Sala
Luci                                       Claudio Schmid
Direttore del coro                 Fabio Tartari

GLI INTERPRETI

Maria de Rudenz                 Maria Billeri
Matilde di Wolf                    Gilda Fiume
Corrado Waldorf                  Dario Solari
Enrico                                    Ivan Magrì
Rambaldo                             Gabriele Sagona
Un cancelliere                       Francesco Cortinovis

Orchestra e Coro del Bergamo Musica Festival

Nuova produzione
Bergamo Musica Festival
Prima esecuzione della nuova edizione Fondazione Donizetti
Sopratitoli in italiano e in inglese












Fotografie  PHOTO STUDIOU.V.