venerdì 16 agosto 2013

GALA DOMINGO – HARDING, ARENA DI VERONA, giovedì 15 agosto 2013, ore 22,00

Più che Gala 'Domingo-Harding', la serata speciale che ieri sera si è svolta in Arena a Verona poteva essere intitolata 'Domingo and Friends',  dal momento che il lungo concerto ha visto esibirsi sul palco, non solo il grande direttore artistico onorario del Festival, ma anche altri valenti compagni di viaggio che hanno regalato davvero momenti speciali ed emozionanti.
Un programma ricchissimo che ha visto naturalmente omaggiati i due grandi compositori celebrati quest’anno: Verdi e Wagner, con arie e sinfonie tratte dalle loro opere più acclamate e rappresentate. L’atmosfera amichevole e la bravura del cast hanno contribuito a regalare uno spettacolo molto applaudito.
Il palco è stato adornato semplicemente con due sfingi ai lati, ormai emblema dell’anfiteatro, mentre degli arbusti a fusto alto hanno incorniciato la buca dell’orchestra.

Il maestro Placido Domingo è parso in forma fisica ed ha cantato con grande partecipazione ed entusiasmo, trasmettendo la sua ormai proverbiale energia e passione. La sua verve interpretativa è sempre impressionante, si immerge con totale impegno nei ruoli che man mano interpreta, ora come tenore, per le arie di Wagner, con Parsifal e Die Walküre (Sigmund), ora come baritono, per Verdi, nella lunga sezione dedicata al Simon Boccanegra di cui è protagonista. Un Artista capace di reinventarsi ed accettare sempre nuove sfide. Ed il pubblico lo ha lungamente premiato ad ogni sua apparizione.

Ad accompagnare il grande Maestro, sul palco giovani e bravi artisti: il mezzosoprano Violeta Urmana ha aperto la serata subito dopo la Ouverture da La forza del destino, interpretando la principessa Eboli dal Don Carlo con ‘O Don fatale’. Successivamente ha messo in fila le difficili arie di Isolde ‘Liebestod, dal Tristan und Isolde, e da Die Walküre ‘Der Männer sippe’, l’aria di Sieglinde. Il suo strumento è ricco e pastoso, dalle tinte brunite che risaltano particolarmente nei ruoli proposti, e non manca la presenza scenica a condire copiosamente la sua performance.

L'elegantissimo soprano Susanna Branchini ha impersonato Elisabetta di Valois con la bellissima ‘Tu che le vanità’ dal Don Carlo,  e Amelia nei concertati dal Simon Boccanegra. La sua voce corre rotonda e calda nell’aria, e l'interprete si pone sul palco con tenacia e grande forza esecutiva, degna delle eroine a cui da' vita con grazia ed austerità.

Meraviglioso il tenore Francesco Meli, che ha colpito al cuore con la sua aria di Macduff dal Macbeth, e con il ruolo di Gabriele con l’aria "Oh inferno!...Amelia qui!’ dal Simon Boccanegra. L’intensità delle sue interpretazioni sono il giusto complemento di una voce melodiosa dalla pasta morbida, che si esalta nell’ottava acuta.

Bella sorpresa il soprano Evelyn Herlitzius, che ha tempra e voce da vendere. Presenza scenica, interpretazione e grinta in mostra con Wagner: da Tannhäuser l’aria di Elisabeth ‘Allmächt'ge Jungfrau‘, e dal Götterdämmerung l’aria di Brünnhilde ‘Starke Scheite schichtet mir dort’.

Il basso Vitalij Kowaljow possiede un timbro ruvido ed un piglio austero, in evidenza con ‘Leb wohl, du kühnes, herrliches Kind’, da Die Walküre.  Infine, insieme per il finale del III atto dal Simon Boccanegra, il Maestro Domingo con Branchini, Meli e  Kowaljow, e per il finale del I atto dallo stesso, si sono uniti ai colleghi i bravi  Davit Babayants e Gianluca Breda

L’orchestra dell’Arena è stata diretta dall’altro strepitoso protagonista del gala: Daniel Harding. Molto atteso a Verona, la sua fama non lo ha tradito. Il giovane direttore è stato il valore aggiunto della serata. Dotato di gran carisma, sul podio ha il piglio giusto ma non eccessivo di chi conosce il proprio mestiere: l’orchestra lo segue, fa suo il repertorio verdiano quanto quello wagneriano con estrema sensibilità. Presta attenzione ai dettagli, accarezza le note con sentimento e spinge ove il dramma incede. Ha in sintesi intessuto nota dopo nota un prezioso manto musicale, sul quale le caratteristiche di ogni protagonista hanno potuto emergere e farsi apprezzare.

Bene anche il coro preparato da Armando Tasso, che ha lodevolmente eseguito col giusto pathos sia ‘Patria oppressa’ dal Macbeth, che l’immancabile ‘Va pensiero’ dal Nabucco, nonché da I Lombardi alla Prima Crociata ‘O Signore, dal tetto natio’. Molto bella anche l’entrata nel ‘Nur eine Waffe taugt’ dal Parsifal, lieve e poi maestoso, con Domingo ad interpretare Parsifal.  

Vista la corposità del programma, si poteva far cominciare la serata anche al consueto orario delle 21,00, poiché non appena l’ultima nota è stata emessa, data l’ora molto tarda, un folto numero di presenti si è portato frettolosamente verso le uscite. Pertanto, costoro non hanno goduto del siparietto finale inscenato per il bis: il maestro Harding che intona il coro del Trovatore: ‘Vedi! Le fosche notturne spoglie’, e Placido Domingo che prende il posto del maestro sul podio, il quale si accomoda tra i violini primi, ‘costringendo’ il rimpiazzato ad accomodarsi fra i contrabbassi. Pubblico in estasi!   
Successo pieno per tutti, con tributi di affetto a Domingo, lungamente salutato ed acclamato. 

MTG













FOTO ENNEVI