venerdì 14 giugno 2013

VERDI, NOSTRO SHAKESPEARE - VIAGGIO IN MUSICA E PAROLE, TEATRO ROMANO DI VERONA, giovedì 13 giugno, ore 21,30

Per tutte quelle volte in cui si afferma che ascoltando opere di Verdi la commistione tra prosa e musica diventa perfetta se di mezzo c’è William Shakespeare, ecco che la Fondazione Arena di Verona, per iniziare le celebrazioni del centenario del Festival, quest’anno ha voluto effettuare proprio un esperimento musical-teatrale che ha visto la fusione dei due generi artistici in una unica serata. Una produzione ampiamente spiegata grazie ai numerosi interventi dell’ideatore, il regista Francesco Micheli, il quale ha anch’esso recitato e raccontato il percorso su cui si districava lo spettacolo. Innanzitutto l’analisi dei personaggi shakespeariani dal punto di vista del compositore di Busseto, poi l’approfondimento dei loro caratteri,  infine la sottolineatura di quanto la musica di Verdi riesca ad esaltare ciò che già i versi del poeta inglese esprimono a gran voce da sé. 


Il regista elogia lungamente soprattutto le donne verdiane per carattere, forza, e per caratteristiche vocali, non semplici da trovare nelle interpreti di oggigiorno. Nel raccontare questo viaggio parallelo tra Verdi e Shakespeare, Micheli si è avvalso di valenti collaboratori, gli straordinari attori Luca Zingaretti e Maria Paiato, che non hanno bisogno di presentazioni, tale è la levatura del loro talento e dei successi ottenuti da anni. Con essi, per la parte musicale, sul palco si sono alternati invece il tenore Walter Fraccaro, il soprano Maria Josè Siri, ed il baritono Marco Vratogna, accompagnati da una selezione dell’orchestra areniana diretta da Julian Kovatchev.


Il programma dello spettacolo si è articolato in un continuo alternarsi di arie ed interventi in prosa, selezionati dalle celeberrime opere che vedono il genio di Busseto ispirarsi al poeta di Stratford-upon-Avon:  dal Macbeth si è passati ad un salto verso Rigoletto, che il regista è riuscito a collegare a Shakespeare per il carattere del protagonista, i cui tratti sono riconoscibili in tanti personaggi delle sue tragedie; non poteva mancare quindi Otello, per poi chiudere in allegria con Falstaff.

Luca Zingaretti e Maria Paiato hanno una incredibile capacità di calarsi nel ruolo, fanno propri tutti i personaggi e modificano la voce in funzione del momento specifico, un chiaro esempio dell’alta scuola di recitazione italiana. Hanno creato anche un buon feeling con i cantanti impegnati in scena, alternandosi nelle esecuzioni senza mai prevaricare gli altri.

Dal punto di vista musicale giovani voci già note al pubblico veronese. Maria Josè Siri è un  soprano dalla bella voce morbidamente vellutata, non ancora matura al punto di eseguire perfettamente arie come quelle impervie di Lady Macbeth, ma molto melodica e dolce, tale da eseguire una molto sentita ‘Ave Maria’ dall’Otello, che è stata infatti apprezzata soprattutto per l’interpretazione.

Marco Vratogna conferma di essere un baritono eccellente, la sua voce è corposa, di carattere, stabile e precisa; unico neo: senza una scenografia attorno risulta un po’ statico nell’esecuzione delle sue arie. Anche il tenore Walter Fraccaro dispone di uno strumento dal colore limpido ed acuto, ma peccante leggermente di carattere in arie che ne richiederebbero a volontà, come quelle tratte dall’Otello; bene eseguita l’aria di Macduff.  Gran finale tutti insieme con Falstaff, tra gli applausi del pubblico.

Ad incorniciare lo spettacolo il Maestro Julian Kovatchev, che ha guidato con spirito e simpatia gli orchestrali areniani in questo interessante viaggio tra musica e parole. Il delizioso Teatro Romano ha registrato il quasi tutto esaurito, un successo che va ripetuto sicuramente.
MTG