lunedì 24 giugno 2013

ELISIR D’AMORE , GAETANO DONIZETTI – TEATRO REGIO DI TORINO, sabato 22 giugno 2013, ore 20,00

 “ Prediletti dalle stelle,  
io vi lascio un gran tesoro.
Tutto è in lui; salute e belle,
allegria, fortuna ed oro,
rinverdite, rifiorite,
impinguate ed arricchite:
dell'amico Dulcamara
ei vi faccia ricordar.”


A conclusione della stagione 2012\13, il teatro Regio di Torino propone un nuovo allestimento del capolavoro donizettiano con due differenti cast.
Chiamato di nuovo ad inventare la regia è Fabio Sparvoli che dopo il fortunatissimo allestimento del 2007, reinventa un'ambientazione da paesino italiano degli anni 50, ispirandosi chiaramente al cinema realista italiano del dopoguerra.
Giannetta ci ricorda tanto la Lollobrigida\Bersagliera di “Pane amore e fantasia”, Belcore passa da Sergente basco a italico Carabiniere, Dulcamara è un venditore\ciarlatano alla Alberto Sordi, che si arrabatta come può, ma senza cattiveria, per sbarcare il lunario.

D'altronde l'Elisir d'amore, è l'opera che che dà il primo colpo di timone verso la nuova rotta dell'opera buffa. In questo capolavoro l'allegria non nasce per puro impulso musicale, ma dal personaggio, che non è una comica macchietta, ma un carattere che con le sue manchevolezze e i suoi lati borghesemente umani ispira un sorriso bonario da cui non è aliena la commozione. Per Donizetti i tratti umani, l'anima,  qui danno una persuasiva e nuova fisionomia a Nemorino, Dulcamara, Belcore, già prima di quel perfetto gioiello che sarà il Don Pasquale: dal riso rossiniano si è giunti al sorriso donizettiano.

Sparvoli ci propone dunque un'allestimento sgargiante di colori dove i personaggi si muovono con gesti ampi che amplificano emozioni e reazioni grazie ad una mimica facciale accentuata, particolarmente in Adina, Belcore e Dulcamara che maggiormente risentono di quel retaggio da commedia dell'arte; piu naturale invece Nemorino che con la sua umanità si contrappone alla sfacciataggine degli altri.
Le scene pensate da Saverio Santoliquido ci regalano una fattoria fervente di attività campestri nel primo atto e di festeggiamenti nel secondo, tutto giocato sui colori arancione e giallo, come pure i bei costumi di Alessandra Torella.

Particolarmente gradevole e divertente è stata Jessica Nuccio nel ruolo di Adina.
La sua giovanissima e freschissima voce ben si presta ad una volubilità che se nel primo atto risulta un po’ stereotipata, nel secondo diviene più credibile. Nonostante qualche leggera incertezza nell'intonazione soprattutto nei recitativi, la Nuccio possiede una voce limpidissima negli insidiosi passaggi dalle note quasi sussurrate, giocate, a quelle più vigorose degli acuti, affrontate senza timore e con precisione.
Vito Priante è un Belcore tutto passione e calore, anche nella voce di cui fa un uso accorto e studiatissimo rendendo il personaggio del furbo sergente, credibile e per nulla macchiettistico.

Uno splendido Simone Alberghini è stato un Dulcamara più che convincente. Spesso si tende a ridurre questo personaggio ad una sorta di capocomico tutto lazzi e strilli. Alberghini gli ha reso invece giustizia, studiando ogni singola sillaba del suo dettato musicale e rendendola chiara e giustamente precisa senza cadere nei consueti stereotipi visti e rivisti da mago avvinazzato tutto moine e imbrogli.
Degno suo muto compare (voluto da Sparvoli) è stato il mimo Mario Brancaccio.

Maiuscola la prova di Ivan Magrì come Nemorino.
La voce del giovane cantante siciliano si è notevolmente irrobustita e riempita di armonici rispetto ai precedenti ascolti. Il suo Nemorino, è un ragazzo si semplice ma non del tutto sciocco. Esilarante nei duetti con Adina, struggente nell'esternazione dei turbamenti sentimentali. Ci ha regalato un'interpretazione di “una furtiva lagrima” veramente bella e giustamente bissata. Ci auguriamo di ascoltarlo presto e molte volte ancora soprattutto in Italia.

Giannetta è stata una precisa e intonatissima Annie Rosen, bravissima anche nell'interpretazione.

A capo di una ispiratissima orchestra del Regio, Giampaolo Bisanti ha saputo condurre la partitura da vero fuoriclasse.
Risulta fin da subito chiara la sua volontà di stabilire un giusto equilibrio tra  sonorità e voci senza nulla sacrificare a vigore e slancio orchestrale. Bisanti sa essere patetico e brillante solo quando serve veramente, studiando e interpretando assieme a orchestra, coro e solisti ogni singola frase senza lasciare nulla al caso ma al contempo lasciando libertà di interpretazione nel gusto. Ci auguriamo vivamente di poterlo riascoltare presto in altre prove.

Preciso e particolarmente partecipe il coro diretto da Claudio Fenoglio.
Successo vivissimo e meritato.


Pierluigi Guadagni

LA PRODUZIONE

Direttore d'orchestra
Giampaolo Bisanti
Regia
Fabio Sparvoli
Scene
Saverio Santoliquido
Costumi
Alessandra Torella
Luci
Andrea Anfossi
Assistente alla regia
Anna Maria Bruzzese
Maestro del coro
Claudio Fenoglio

GLI INTERPRETI
Adina, ricca e capricciosa
fittaiuola soprano
Jessica Nuccio 
Nemorino, coltivatore, giovane semplice,
innamorato di Adina tenore
Ivan Magrì 
Belcore, sergente di guarnigione
nel villaggio baritono
Vito Priante
Il dottor Dulcamara,
medico ambulante basso
Simone Alberghini 
Giannetta, villanella soprano
Annie Rosen
Assistente di Dulcamara mimo
Mario Brancaccio



Maestro al fortepiano

Luca Brancaleon
Orchestra e Coro del Teatro Regio
Nuovo allestimento