sabato 6 aprile 2013

THE RAPE OF LUCRETIA, BENJAMIN BRITTEN - TEATRO VALLI DI REGGIO EMILIA, Venerdì 5 aprile 2013, ore 20.00.


Quest’opera dalle forti emozioni, creatura dell’inglese B. Britten, che nacque esattamente un secolo fa, fu rappresentata per la prima volta nel non lontanissimo 1946. All’indomani dei delitti mostruosi dell’Olocausto, della tragedia della Seconda guerra Mondiale, il compositore inglese scrisse questo suo lavoro in cui è manifesto tutto lo sdegno per ciò che la storia aveva appena scolpito nelle menti dei sopravvissuti e di chi ne avrebbe letto successivamente. Il tema centrale si ispirò al dramma Le Viol de Lucrèce, di André Obey, di qualche anno precedente. L’antica Roma e l’Italia in generale da sempre hanno rappresentato una fonte di ispirazione per letterati e musicisti da tutto il mondo, ed anche il compositore di Lowestoft decise di portare in musica vicende accadute nel nostro Belpaese, e l’Impero Romano in questo dramma di Obey rappresentava evidentemente l’ideale spunto per esprimere sentimenti, paure, sdegno, verso temi eterni come il male della guerre, la violenza bruta che non conosce freno se non di fronte al proprio tornaconto, la prepotenza di uomini / guerrieri che questi mostrano nei confronti delle donne indifese...

E quanto più la virtù è grande, più feroce è il desiderio di conquista, come per una una terra, un popolo, o una donna appunto. Si vuole sempre ciò che non si può ottenere. Ed il superbo Tarquinio sa perfettamente che non otterrebbe mai spontaneamente i favori della moglie di Collatino, fiero generale romano, se non irrompendo con la forza nella volontà della sventurata Lucrezia.Il parallelo tra l’epoca di Britten e quella a cui l’opera si riferisce è proprio quello che il regista Daniele Abbado ha messo in scena con questa produzione datata già alla fine degli anni ’90 e che ad intervalli di tempo di pochi anni, da allora viene riproposta con sempre crescente successo di pubblico, anche a livello internazionale. E’tutto molto buio sul palcoscenico, le luci, i colori, le ambientazioni essenziali, ma efficaci. Le proiezioni di statue romane alternate ad immagini della Seconda Guerra mondiale scorrono su uno schermo all’inizio della rappresentazione, per poi restare una costante sia sullo schermo velato innanzi al proscenio, sia su quello più piccolo a sfondo degli eventi. 

Il palco è diviso in due piani e spesso i protagonisti si rivolgono fissamente al pubblico come se stessero parlando a se stessi innanzi ad uno specchio. Molto suggestivo l’effetto globale. Non ci sono arredi, ma una serie di elementi che, combinati con gli effetti di luce e con le strutture montate appositamente sul palco, creano le atmosfere giuste. La morte di Lucrezia lascia un incredibile senso di tristezza e mette lo spettatore in uno stato di ansia emotiva, anche per il fatto che l’interprete resta per tutto il resto della scena sospesa con la testa in giù alle corde che pendono dal soffitto del palco e la imbrigliano inesorabili.
Non un’opera di facile esecuzione, soprattutto per le continue dissonanze della musica che accompagna, ma che a tratti si rende dolce e soave, come nella scena dei fiori. E particolarmente impegnativo è il ruolo dei due cori, maschile e femminile, che introducono e spiegano i fatti in essere, ed esplicitati poi solo da un’interprete femminile ed uno maschile.
Il cast è stato di buon livello, è riuscito a dar vita ad esecuzioni centrate, attente e sul peso della parola, che nella lingua inglese crea fusione con particolare forza ed armonia con la musica, quand’anche essa stessa tenda ad essere stridente. Non una classica opera di arie melodiose e lacrimevoli; un continuo riflettere sul male, sul tradimento, sulla violenza, che le note di Britten esprimono con evidenza e dissonanze continue.
Kirstin Chavez incarna ciò che Lucrezia potrebbe rappresentare nell’immaginario collettivo: bellezza, portamento, classe, ma anche energia e forza di cuore. Con la sua interpretazione accorata del ruolo del titolo ha ipnotizzato il pubblico, ha saputo dar voce con le sue abilità ad una donna incredibilmente affascinante e volitiva. La sua voce ha una corposità da grande interprete sanguigna, più le note scavano a fondo e più si trova a suo agio, donando il giusto carattere e tensione al suono.
La sua balia Bianca è una credibilissima Gabriella Sborgi. Bello il colore della voce ed uniforme nell’emissione. Anche la sua parte si mantiene su registro medio basso e sa risolverla molto bene e con estrema facilità.
Il soprano Laura Catrani è Lucia. La sua voce ha un colore cristallino ed è leggera nell’emissione. Impersona la dolce domestica di Lucrezia con correttezza e vivo sentimento.
A suo agio nella parte di Tarquinio è sembrato  Jacques Imbrailo. Innanzitutto le movenze, per quanto la regia lo consenta, e poi la sua espressività, rendono credibile il personaggio, il tutto  incorniciato da una voce piena da baritono emessa con sicurezza e buon fraseggio. La scena dell’aggressione è resa con una grande intensità da entrambi gli interpreti, che non si sono sottratti a spintoni, cadute, ed una lotta quasi vera sul palco.
Anche Joshua Bloom è un Collatino dal buono spessore. Il colore della voce scuro, profondo all’ascolto e dall’ottimo volume, regalano una interpretazione convincente ed apprezzabile. Discreto il Junius di Philip Smith,  che ha saputo ben fare da contraltare ai due personaggi antagonisti nell’amore.
Infine Susannah Glanville e Gordon Gietz nelle vesti dei due ‘cori’, hanno ben figurato, soprattutto per come, sebbene quasi fissi sulla scena, abbiano espresso i sentimenti che fanno da sfondo all’intero dramma, pur peccando leggermente di volume nel caso del coro maschile.
L’orchestra che consta di un organico ridotto, alla guida di  Jonathan Webb ha accompagnato i momenti salienti della rappresentazione in modo corretto e deciso, anche se un po’ freddo nel complesso.
Il pubblico ha apprezzato tutti gli interpreti ed il direttore d’orchestra con calore e diverse chiamate sul palco. Davvero uno spettacolo che lascia il segno.
MTG
  
LA PRODUZIONE

Maestro concertatore Jonathan Webb
e direttore                    Daniele Abbado
Regia                         
Scene, costumi e luci  Gianni Carluccio
Video                           Luca Scarzella

GLI INTERPRETI

Lucretia                     Kirstin Chavez
Male Chorus             Gordon Gietz
Female Chorus         Susannah Glanville
Collatinus                  Joshua Bloom
Tarquinius                Jacques Imbrailo
Junius                        Philip Smith
Bianca                        Gabriella Sborgi
Lucia                          Laura Catrani

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

allestimento de I Teatri di Reggio Emilia
coproduzione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Alighieri di Ravenna
 
versione in lingua originale con sopratitoli