sabato 23 marzo 2013

LA MUETTE DE PORTICI, DANIEL-FRANÇOIS-ESPRIT AUBER, TEATRO PETRUZZELLI DI BARI, 13 marzo 2013, ore 20,30


Pur essendo considerata opera formativa del genere Grand Opéra, la ‘Muette de Portici’ di Auber viene spesso ritenuta a tutt'oggi, anche da valenti critici musicali e studiosi, alla stregua di un vecchio e polveroso arredo ottocentesco, mentre all'epoca un tipico lavoro di un compositore di transizione non molto originale.
Eppure tra i suoi ammiratori vantava anche quel rivoluzionario di Wagner che la diresse più volte sull'onda di un entusiasmo nazional-popolare che ebbe il suo culmine nella rappresentazione del 1825 a Bruxelles dove, alla fine del duetto “Amour sacrè de la patrie” il popolo si sollevò contro l'oppressore olandese, decretando un anno dopo la propria indipendenza.
 
Felicemente riesumata dall'oblio da quest'allestimento dell'Opera Comique di Parigi in coproduzione con il Theatre de la Monnaie di Bruxelles, la Muette de Portici è approdata al teatro Petruzzelli di Bari nel medesimo allestimento.

Fautrice della regia, Emma Dante ci regala uno spettacolo stupefacente per bellezza e  coinvolgimento.
Perno centrale della messa in scena è appunto la muta, personaggio non cantante per il quale  Auber scrive le pagine più originali di tutta l'opera, costretto ad usare l'orchestra per esprimere i suoi sentimenti interiori.
Elena Borgogni ci dona qui un interpretazione di Fenella stupefacente, tutta tesa a far scaturire la tragedia di un personaggio lacerato dall'amore impossibile per un sovrano, puntando su di una gestualità animalesca, da donna braccata che si ribella in maniera spasmodica al suo destino cercando aiuto e trovandolo solo nella morte.

Tutta l'opera è concepita da Emma Dante per togliere quanto di più macchinoso e complesso sta nel libretto di quest' opera per riscriverla puntando tutto sulla semplicità e lavorando molto sui simboli.
Simbolo conduttore di tutta l'opera è appunto la sciarpa rossa che Fenella riceve da Alphonse da cui non si stacca mai, diventando ora tappeto, ora frusta, ora simbolo della rivoluzione.

Servirebbero almeno dieci pagine per descrivere ciò che di meraviglioso la regista si inventa per quest'opera, ma mi limito solamente ad encomiare la compagnia di attori\ballerini che per tutta la durata dell'opera sottolineano i momenti corali con le coreografie di Sandro Maria Campagna, i costumi di Vanessa Sannino e l'apparato scenico di Carmine Maringola.

La compagnia di canto ha avuto nella interpretazione di Masaniello di Michael Spyres la sua punta di diamante. Cantante dotato di estensione e morbidezza encomiabili,  ha saputo regalarci un'esecuzione da manuale, soprattutto nella grande aria del quarto atto, dando sfoggio di un fraseggio morbidissimo e una tecnica impeccabile.

L'altro tenore,  Maxim Mironov, ha interpretato il ruolo di Alphonse con uno slancio ed una bravura da fuoriclasse. La sua voce, perfetta per questo repertorio è risultata solo un poco piccola nell'immensa sala del Petruzzelli, deficitando a volte del volume adeguato soprattutto nei pezzi d'assieme.
Maria Alejandres è stata una Elvire giovane e fresca, che ha ben saputo portare a termine la sua parte densa di difficoltà virtuosistiche richieste con precisione.

Molto bene Christian Helmer nel ruolo non trascurabile di Pietro, corretti  e precisi Domenico Colaianni (Borella), Miguel Angel Lobato (Lorenzo), Mikhail Korobeinikov (Selva) Caterina Daniele (Coryphée) e Gianfranco Cappellutti (pescatore).

A capo di una orchestra in gran spolvero per precisione e brillantezza, abbiamo trovato un felicissimo Alain Guingal, cha ha saputo concertare una partitura difficilissima da eseguire soprattutto per i violini, chiamati a suonare una scrittura spesso paganiniana. Guingal rinuncia a tempi serrati e manieristici puntando tutto sulla leggerezza del suono e sulla precisione, ottimamente assecondato da una orchestra sorprendente per accuratezza. Unica nota negativa sono stati i leggeri tagli operati in qualche parte corale e nei ballabili, da una ripresa così rara ci saremmo aspettati un'esecuzione integrale.

Un encomio particolare al coro guidato da Franco Sebastiani, che in quest'opera ha un ruolo vivo e risulta essere tra i protagonisti principali.

Spettacolo felicissimo al quale il pubblico ha riservato ovazioni trionfanti.
Pierluigi Guadagni


LA PRODUZIONE

Direttore
Alain Guingal
Regia
Emma Dante
Maestro del Coro
Franco Sebastiani

GLI  INTERPRETI
Fenella
Elena Borgogni
Alphonse
Maxim Mironov
Elvire
Maria Alejandres
Masaniello
Michael Spyres
Pietro
Christian Helmer
Borella
Domenico Colaianni
Selva
Mikhail Korobeinikov
Coryphèe
Caterina Daniele
Pescatore
Gianfranco Cappelluti
Attori

Rémi Boissy, Ivan Herbez, Mauro Pasqualini, Luca Romani, Alaa Safi,
Alessandro Sampaoli, Giuliano Scarpinato, Tewfik Snoussi, Valerio Tambone, Stefano Vona Bianchini

Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli
Produzione Opéra  Comique, Parigi
Coproduzione Théâtre Royal de la Monnaie, Bruxelles
Coproduttore associato Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique   française