sabato 26 gennaio 2013

IL BARBIERE DI SIVIGLIA, GIOACHINO ROSSINI – TEATRO MALIBRAN, VENEZIA, VENERDI’ 25 GENNAIO 2013, ore 19,00


Ad inaugurare il Carnevale veneziano in questi giorni non poteva essere scelta opera più azzeccata. Difatti nell'anno 1815 a Gioachino Rossini fu proposto di comporre, per conto del duca Francesco Sforza Cesarini, un'opera che fosse rappresentata proprio nel periodo di Carnevale dell'anno successivo al Teatro Argentina di Roma. Così il compositore pesarese pensò all’opera di Beaumarchais 'Le Barbier de Séville', per trarre spunto per le vicende da musicare. Il risultato fu un incredibile ritratto di personaggi tipici della società dell'epoca, addirittura caricaturati all’eccesso, ognuno diverso dall’altro, e descritti in maniera esemplare dalla musica che è stata composta per essi.  Così il protagonista Figaro è un incredibile factotum che è richiesto da tutti molto più per la sua astuzia che per le sue effettive doti di barbiere; il conte d’Almaviva è un nobile che ovviamente pensa bene di chiedere aiuto al protagonista per attuare il suo sogno amoroso; il dottor Bartolo rappresenta la tanto criticata borghesia di allora e pertanto viene raggirato per tutta la narrazione; il maestro di musica è Don Basilio, un  bell’esemplare di ipocrita voltagabbana. Costoro ruotano attorno alla giovane Rosina, l’amata dal conte, che le escogita tutte per non andare in sposa all’acido tutore, Bartolo appunto, e che alla fine la spunterà, naturalmente grazie all’aiuto prezioso di Figaro. La prima si tenne il 20 febbraio 1816.

Un ensemble tale di personalità così variegate ha certamente bisogno di una regia che ne esalti le caratteristiche. E Bepi Morassi non manca all’appello. In questa sua visione, i protagonisti della storia sono quasi delle ‘macchiette’ comiche, si muovono sulla scena con espressioni e movimenti a tratti burleschi, che hanno suscitato ilarità tra il pubblico in più di una occasione, anche con la compartecipazione di orchestra e direttore. Le scene di Lauro Crisman, già note al pubblico veneziano da stagioni precedenti, raffigurano in maniera tradizionale la piazza di Siviglia ove si affaccia il balcone di Rosina, nonché un angolo della sua stanza, arredata di tutto punto con parato a strisce rosse e sullo sfondo il balcone a cui si accede con due piccole rampe di scale. I costumi richiamano l’epoca in cui l’opera fu scritta, per un risultato d’insieme delicato e gradevolissimo.
Con tali premesse, serviva un cast di interpreti capaci sia vocalmente che dal punto di vista attoriale, e si può dire che la compagine artistica abbia ben risposto a tali richieste.

Figaro è interpretato da un incredibile ed energetico Vincenzo Taormina. Voce poderosa, sciolta, dal bel timbro baritonale, supera senza problemi l’aria di ingresso facendo suoi melodia e testo, si muove con estrema agilità sulla scena impersonando un barbiere simpatico e sbruffone al tempo stesso, vanesio a tratti, vulcanico, in una parola straordinario. Gli fa da contraltare  il giovane Maxim Mironov. Registicamente meno libero, mostra comunque una certa sicurezza nel ruolo, aiutato anche da una voce tenorile leggera ed acuta che ben si adatta all’epoca ed alle arie che sono state tratteggiate per il suo personaggio, pur se talvolta non riesce ad emergere sopra il suono dell’orchestra. 
Convincente la Rosina di Chiara Amaru'. Sicura nella sua vocalità, gioca con tutta la gamma di suoni di cui dispone, esegue scale e vocalizzi senza difficoltà, unisce il tutto a movenze accattivanti e scioltezza nella parte, come si evince già dalla sua interpretazione della celeberrima ‘Una voce poco fa’ . Ben calato nella parte del tutore opprimente Omar Montanari, alias il dottor Bartolo. Dal buon colore scuro la sua voce, il basso è ben preparato anche dal punto di vista teatrale, offrendo espressioni ed atteggiamenti che delineano un perfetto borghesuccio medio. 
Apprezzato nelle vesti dell’ipocrita Don Basilio, il basso Luca dall'Amico . La sua voce corposa e profonda gli permette di dar vita ad un personaggio ambiguo pur nella sua comicità di 'imbroglione di matrimoni', centrando il ruolo dello squattrinato che gira come il vento pur di racimolare qualche soldo.
Si è distinta particolarmente per simpatia e bravura Giovanna Donadini nel ruolo della governante Berta, mostrando anche buona potenza di voce. Infine, simpatici e bravi anche William Corro' nel ruolo di Fiorello, così come Nicola Nalesso, un convinto ufficiale della ‘Forza’.

La Forza è appunto rappresentata dalla sezione maschile del Coro del Teatro La Fenice, diretto anche in questo caso egregiamente dal Maestro Claudio Marino Moretti.
Il Maestro Stefano Rabaglia ha diretto a memoria questo difficile capolavoro, e fa anche piacere notare che spesso ha accompagnato gli interpreti cantando con essi, mostrando di avere ben in pugno la partitura, ed offrendone una lettura coerente con quanto visto in scena, senza mai scivolare in sonorità eccessive.

Non poteva che apprezzare questa felice produzione, un folto pubblico che, uscendo dal delizioso teatro veneziano, ancora continuava ad applaudire copiosamente tutti i protagonisti della serata.
MTG


LA PRODUZIONE

Maestro concertatore           Stefano Rabaglia
e direttore
Regia                                     Bepi Morassi

Scene e costumi                     Lauro Crisman

GLI INTERPRETI

Il conte d'Almaviva               Maxim Mironov
Bartolo                                  Omar Montanari
Rosina                                   Chiara Amaru'
Figaro                                    Vincenzo Taormina
Basilio                                    Luca dall'Amico
Berta                                     Giovanna Donadini
Fiorello                                  William Corro'
Un ufficiale                            Nicola Nalesso

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti

Con sopratitoli
allestimento Fondazione Teatro La Fenice